Amiatanews (Marco Conti): Castel del Piano 09/09/2017
Il Capitano Ceccarelli: “Il Palio dell’amore e della pazienza. Grandi tutti, una Contrada splendida.”
Corsa al buio dopo estenuanti 12 mosse. Incidente a Enrico Bruschelli (Monumento) alla prima “Curva della Gattina”. Elitrasportato alle Scotte, il fantino sta meglio
La Contrada delle Storte vince il Palio di Castel del Piano con Antonio Siri su Resolza, splendida cavallina che fa “cappotto” dopo la vittoria nel Poggio di un anno fa. Prima di addentrarci nelle nostre riflessioni sulla corsa di ieri, vogliamo informare i lettori che Enrico Bruschelli, fantino del Monumento caduto rovinosamente al primo giro ed elitrasportato alle Scotte di Siena, sta meglio. Pur avendo pubblicato sulla nostra pagina Facebook un breve resoconto della corsa, anche attraverso la nostra diretta, abbiamo voluto appositamente attendere prima di scrivere sul nostro giornale altre parole sul Palio di ieri sera, nel rispetto di Enrico, la propria famiglia, gli amici e la stessa Contrada del Monumento. Così come era accaduto durante le prove di Marco Dionisi, la “curva della Gattina” si dimostra punto cruciale di una corsa che rimane avvincente e sicura quanto deciso. Ieri sera la preoccupazione era molta; “Bellocchio” era sulla pista soccorso dai sanitari e, dall’esterno, sembrava la situazione fosse molto più seria. Ma, per fortuna, già in tarda serata, pur con l’arrivo di Pegaso, già le cose sembravano per fortuna meno gravi. Contiamo su un miglioramento definitivo per Enrico a cui rinnoviamo i nostri auguri.
Riprendiamo… La Contrada delle Storte ha vinto dunque il Palio di Castel del Piano con Antonio Siri su Resolza, cavallina ideale per Castel del Piano al suo secondo successo consecutivo… un “cappotto” ideale visto anche il clima; una grande accoppiata vincente, creata e gestita dal Capitano Gabriele Ceccarelli che ha festeggiato con grande emozione assieme a tutta la sua Contrada una vittoria attesa con pazienza e con amore. “Amore”, si, checché ne dicano gli scettici onnipresenti e criticoni dei Palii, ministeriali in attesa di pensione che tutto sanno e prevedono, tranne il vero. “Amore” è la parola che Ceccarelli ha usato più spesso subito dopo la corsa, una corsa dopo un’ora e (quasi) mezza, passata tra prese di posizione di tutti i tipi tranne quelle al canape già gestito con scarsa sufficienza da un Milone quantomeno a disagio e completamente diverso dalle prove. Troppe 11 mosse prima di quella “bona”, quasi imposta dal Sindaco Franci, giustamente stanco e per certi quasi offeso da un comportamento non proprio comprensibile delle Contrade al canape, anzi, dei fantini, quasi a scavalcarle come già accaduto quest’anno.
Se poi, oltre all’ora e venti per partire, ci s’aggiunge lo stesso tempo di pioggia caduta costantemente, ma non in maniera abbondante, fino a un’ora prima della corsa (annullato il corteo storico), si capisce di come le cose fossero già di per se più complicate, con una pista che, pur ritenuta sicura dal sopralluogo, a cui hanno partecipato gli stessi fantini, rimaneva umida se non bagnata nel primo strato di terra, vista l’assenza di sole in quasi tutta la giornata.
Anche per questo, la vittoria delle Storte, di Antonio Siri e Resolza, acquista ancor più significato; Amsicora è sempre stato calmo, lì quasi sempre da parte, a farsi gli affari propri, ovvero, pensando solo a vincere, se non altro a partir bene, sapendo che a Castel del Piano, partire per primo “è mezzo Palio in saccoccia”. E l’ha fatto, l’ha fatto bene, al buio di una Piazza Garibaldi divenuta illuminata a giorno grazie a una corsa perfetta, dall’inizio alla fine, col solo Poggio a dar pensiero durante i quattro giri. Il resto è retrovia e soprattutto dispiacere e preoccupazione, come suddetto, per la caduta di Enrico Brischelli “Bellocchio”, alla solita “curva della Gattina”.
Le Storte hanno preso quasi immediatamente il comando, seguite dal Monumento (Bruschelli su Bombijou) che ha fiancato assieme, standogli accanto all’interno solo nei primi metri e poi passato definitivamente ancor prima della fontana, poi dal Poggio (Zedde su Quasimodo di Gallura) e da Borgo (Pusceddu su Tonina) rimasto lì al canape, così da farsi sfuggire l’avversaria. Neanche a metà, il cedimento(?) in curva del Monumento con la rovinosa caduta di Bellocchio e il cavallo che continua la sua corsa. Il Palio sarebbe tutto qui se non per il Poggio (ormai libero da impegni) che ha cercato di passare rinvenendo piuttosto forte tra il secondo e terzo giro, senza però impensierire più di tanto le Storte, sempre prime per quattro giri nella “propria piazza” che tagliano il traguardo e fanno scoppiare il mortaretto di fine corsa. Le Storte tornano così a vincere dopo l’ultima vittoria nel 2012 (Bartoletti su Istrix) e raggiungono quota 15 Palii vinti da quando si corre definitivamente dal 1968.
Per il Capitano Gabriello Ceccarelli e per la Presidente Silvia Nieto una grande emozione; siamo stati con loro e abbiamo trasmesso in diretta le fasi della festa (vedi video nell’articolo). Tanti giovani, una grande festa appena iniziata ieri sera in una chiesa colma di colori bianconeri e celesti: pianti, canti, suoni di tamburi e sventolio di bandiere, così come dev’essere e così come ha lasciato giustamente fare il buon parroco di Castel del Piano, Don Gianni Lanini, nel giorno della sua chiesa, anzi delle chiese, dedicate alla Madonna che dà il nome alla Piazza prospiciente, separandola da quella dedicata a Garibaldi.
Finiscono così i Palii toscani di questo 2017, dove la passione trova la vera casa. Ora Asti, con la “novità” dei mezzo sangue, regola ministeriale che rischia di far del male non a tutti ma a troppi. Ma questa è altra storia, meno felice di quella di Castel del Piano in festa, dove la vittoria è delle Storte e nell’emozione della passione e dell’amore dei suoi protagonisti.
Prima di alcuni nostri interventi di ieri (diretta sulla nostra pagina Facebook www.facebook.com/amiatanews), vi lasciamo ad una breve poesia in lingua sarda, scritta da Antioco Casula, che spiega il significato della parola “risolza”, il tipico coltello a serramanico dell’isola con lama tagliente e lucente
«Sempre lughente parias de prata
«Sempre splendente d’argento parevi
segaias chei su pensamentu
eri tagliente come il pensiero
ispilende sa pedde ind’unu ‘entu
radendo d’un vento le pelli lanose
comente chi aeres giutu fogu in s’ata»
come avessi il fuoco nella lama»
(Montanaru, Sa Leppa Pathadina)
Alcune dirette di ieri
A completezza pubblichiamo il testo dell’articolo 28 del Regolamento che disciplina il Palio delle Contrade.
regolamentare, così che il lettore possa riflettere sulla mossa di ieri sera.
Articolo 28 del Regolamento del Palio delle Contrade
I fantini, montati sul loro cavallo per recarsi alla mossa, passano alla esclusiva dipendenza del Mossiere.
E’ dovere dei fantini recarsi prontamente al canape di partenza, restando loro assolutamente vietato collocare il proprio cavallo o comportarsi in modo da impedire od ostacolare la partenza agli altri fantini.
Se un cavallo si dimostrasse oltremodo inquieto o danneggiasse la mossa, verrà fatto partire di rincorsa ad insindacabile giudizio del Mossiere.
Il mossiere ha facoltà di richiamare ufficialmente le contrade.
Il mossiere, richiamata tre volte una stessa contrada, può decidere di convalidare la mossa a prescindere dal comportamento della contrada stessa.
E’ vietato ai fantini di rimanere al canapo, o scendere da cavallo all’atto della mossa, per astenersi dalla corsa, o per far correre il cavallo scosso.
I contravventori sono passibili della sospensione temporanea dalla corsa. Stessa sospensione sarà applicata alla Contrada per la quale sono scesi in “Piazza”.
E’ assolutamente vietato ai fantini rivolgersi al Mossiere, specialmente se in modo minaccioso.
Di norma la mossa non può protrarsi oltre quarantacinque minuti.
Trascorso inutilmente tale tempo il mossiere, entro 15 minuti, è tenuto comunque a dare la mossaPalio di Castel del Piano: Palio Regolamento
Si ringrazia la Contrada delle Storte per la cortese disponibilità nel dopocorsa.
1 commento su “Castel del Piano. Il Palio è nelle Storte: Siri trionfa su Resolza, (bi)lama lucente di un Palio corso al buio”